BUONA PASQUA (CHE?)

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Fra le tante cose che non sopporto ce n’è una in particolare: gli auguri a raffica sul cellulare per le festività.

A Pasqua inizia la scarica di sms con uova, uovette, uovine, galline che cacano uovette pasquali, coniglietti, colombe, colombe che cacano sui conigli, quest anno si è aggiunto il tema coronavirus: uova e conigli con mascherine, uova di cioccolato che inseguono col martello un coronavirus spaventato (mentre a me sembra molto l’opposto).

E poi gli auguri, quelli inviati a tutta la rubrica: “tanti auguri a te e famiglia” (che quello capace ha perso la mamma il giorno prima), “trascorri delle feste felici” (che sei ricoverato con la polmonite), “che questi giorni di festa tu possa provare tanta serenità e riposo” (che sei smontato dalla notte, sei di guardia per pasquetta, reperibile la notte e torni a casa e ti accorgi di aver lasciato le chiavi di casa in ospedale).

Poi c’è il tema religioso: sms con candele accese e un augurio alla resurrezione, che lo sta inviando un tizio in fila al supermercato mentre da due ore tira giù tutti i santi del paradiso perché la fila è troppo lunga. Magari arrivasse un messaggio religioso vero, sentito, parlato e non copiato, anche se non condivisibile per un non credente. Che poi d’altronde la Pasqua è una festa religiosa.

Perché poi, alla fine, è sempre la solita cosa che non sopporto: l’ipocrisia. E per me gli auguri generalizzati sono il simbolo supremo dell’ipocrisia. Ma auguri di che? Che è una Pasqua di merda con una pandemia che decima la popolazione mondiale, siamo tutti chiusi in casa a ingrassare come maiali mentre facciamo pane, pizza, dolci per passare il tempo. C’è gente che ha perso il lavoro e non dorme la notte, un paese economicamente sul lastrico. Che se ti va bene non t’ammali, se ti va benino t’ammali ma non muori, se ti va male muori. Ma Buona Pasqua di che?

Ecco io vorrei un grande SMS di risposta, un SMS gigante con quella barzelletta che mi ha sempre fatto tanto ridere: c’è Gesù sulla croce e le pie donne disperate ai piedi della croce: “Gesù Gesù…dicci qualcosa” e lui si limita a scuotere la testa, “ti prego Gesù dì qualcosa” insistono le pie donne. La barzelletta va avanti un bel po’ e alla fine Gesù dice “che Pasqua di merda”.

Che secondo me ci ride tanto anche Gesù su questa barzelletta…

Perché se proprio vogliamo inviarci qualcosa, dovremmo inviarci  battute, quelle vere, quelle che ti ci metti a ridere con le lacrime e non riesci a smettere, quelle che ti va via il fiato tanto che ridi come i bimbi piccoli quando si fanno male e vanno in apnea per minuti interi che nel frattempo hai chiamato il rianimatore; dovremmo inviarci pezzi di noi, dovremmo farci ridere, o piangere, con gli sms, dovremmo avere il coraggio di essere quello che siamo, vuoti o pieni o a metà, dovremmo sfruttare questa grande, enorme occasione che ci è piombata addosso con uno starnuto di qualche cinese che ha mangiato due pipistrelli in umido qualche mese fa, per sgretolare questo muro di inutili e patetiche convenzioni ipocrite che parlano da sole. Mai cosi forte come adesso.

Buona Pasqua. Ma Buona Pasqua che?

4 pensieri su “BUONA PASQUA (CHE?)

  1. Leggo solo ora i tuoi ultimi interventi…e come darti torto? Siamo quasi a giugno e questa pandemia sembra abbia creato – in me s’intende – un ponte temporale invisibile tra febbraio e un X mese (sotto di me è scorso di tutto, Pasqua inclusa) e io sono rimasto in attesa, pur lavorando con mille paure, forse di più. Aspetto che arrivi la parola fine e mai come in questo periodo posso dire di essere invecchiato con una serie di pensieri tristissimi accompagnati dalle centinaia di sirene (e non esagero) che ogni giorno sentivo da lavoro e da casa.
    Bentornata e grazie di cuore cara Valentina.

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