Oggi è stata una giornata interessante in ospedale.
Il martedì ho ambulatorio e certi ambulatori sono davvero una finestra sull’umanità labronica.
Tipo oggi, mi sa che si era fermato un pullman di “sono parecchio bizzarro” fuori e sono tutti confluiti nel mio ambulatorio.
Il primo pareva un serial killer. Secondo me era un serial killer. Un serial killer con un lieve screzio renale. Parlava a rilento. E si bloccava ogni volta che veniva interrotto, un po’ come un professore vecchio stampo, che incute terrore solo con lo sguardo e con i tempi giusti.
È difficile spiegare questa cosa. Ma ogni volta occorre fare uno sforzo particolare per non considerare chi si ha davanti un essere umano bensì un paziente. La distinzione è fondamentale. Perché un paziente per definizione non è né simpatico né antipatico, né piacevole né spiacevole, né bello né brutto. È un paziente. E basta.
Invece lui era profondamente antipatico, scontroso e decisamente inquietante. L’unica cosa che riuscivo a pensare è che lo volevo fuori dalla mia vista.
Così ho premuto il pulsante DOTTORE nel mio ippocampo e ho cambiato modalità.
Ho lasciato che i suoi modi fluissero come in un racconto, ho lasciato che si sfogasse, ho permesso al SUO rancore di trovare un piccolo spazio dove incanalarsi e sono arrivata in fondo.
Non so come so fare questo. Lo so fare e basta.
A volte penso che quello che io reputo una dote in realtà sia solo l’anticamera di una strage; magari un giorno prenderò un mitra e sparerò sulla folla come quel film “un giorno di ordinaria follia” con Michael Douglas.
A volte penso che invece potrei riuscire persino ad evitare che qualcuno spari sulla folla.
Ok lasciatemi un minimo di auto esaltazione….
Insomma dal pullman sono scesi parecchi altri personaggi curiosi.
Uno che ripeteva continuamente “ce l’ho ,ce l’ho” a qualsiasi mia richiesta del tipo “che medicine assume?” o “ma le ultime analisi come sono?”
Sembrava quando eravamo piccini e ci scambiavamo le figurine Panini. CELO MANCA.
Poi è arrivato l’aggressivo maleodorante. Così maleodorante che ho dovuto aprire la finestra con 5 gradi di temperatura esterna e lui che mi chiedeva perché tenessi la finestra aperta. Ha raccontato di quando ha buttato via l’apparecchio della pressione alla moglie perché se la misurava troppo spesso, di come lei gli rompe per il mangiare, di come si vive una volta sola e bisogna godersela. E più nominavo il suo colesterolo , più lui mi raccontava di come mangiava volentieri il grasso del maiale che la moglie “pesa” scartava. Vabbè credo che la moglie se lo ricomprerà presto l’apparecchio e che nessuno glielo butterà più via…
C è stato il mitomane che mi ha raccontato di essere stato molto intimo con Brigitte Bardot , Edwich Fenech e altre ancora che scorrazzava con la sua Ferrari.
Non devo aggiungere che ognuno di questi mi chiamava SIGNORA vero?
Ognuno di loro.
Poi però , alla fine, una gentile e minuta novantottenne (si ho detto novantottenne!) è entrata nell ambulatorio. Con le sue gambe. Mi sorrideva, cercava rassicurazione nei miei occhi anche se aveva la forza di un età che non si può stupire più di tanto.
E quando le ho detto “ma perché L hanno mandata qui? Sta meglio di me!”
Mi ha risposto “poveretti, si vede che volevano essere gentili”.
Ecco. A volte alla fine di un pullman di strani e puzzolenti arriva un passeggero che ha sbagliato corsa e ti parla di gentilezza. Dopo novantotto anni di chissà quanti pullman…