L’esercito silenzioso

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Per me è sempre molto difficile difendere la categoria dei medici. Perché in effetti, quando mi guardo intorno, ci sono molti medici ignoranti, avidi, avidi e ignoranti insieme (caratteristiche spesso comprese nel pacchetto). È difficile difendere la categoria lo so. È difficile perché si sbaglia tutti, sbagliano anche quelli bravi e a volte uno sbaglio per alcuni di noi significa morte. Ed è imperdonabile lo so. Io quando lavoravo a Londra misi uno dei miei primi cateteri venosi giugulari a una ragazzina che per poco non morì. In realtà non rischiò la vita per colpa del catetere ma perché ebbe una reazione allergica che le fece gonfiare la gola e li per lì sembrò un sanguinamento causato dal mio atto che le comprimeva la trachea. Ma cambiò poco. Io non sapevo farlo e avrei potuto benissimo causarle un danno. E molti altri atti impropri fatto da me sono seguiti, salvata solo dal fatto che 1) io non mollo mai 2) io non mi vergogno mai di chiedere aiuto, mai!!!. (E forse , 3) dal fatto che ho e ho avuto maestri d’eccellenza sia professionalmente che umanamente).
Ci sono colleghi a cui è sfuggito un esame (dico un esame!) con conseguenze letali. Sono cose che succedono purtroppo. A tutti.
E non ci si può giustificare dicendo “ma sapete che cosa proviamo noi? Sapete che significa quando in quelle inutili specializzazioni create solo per dare cattedre a baroni spocchiosi e inutili non ci insegnano nulla e poi improvvisamente ci troviamo specializzati e sbattuti in una corsia a gestire qualsiasi cosa senza casco ne cinture di sicurezza? Sapete quante umiliazioni viviamo di continuo nei fallimenti, nei frequenti rimproveri in un mondo gerarchico come quello ospedaliero, e nelle critiche di utenza e colleghi? Sapete come ci si sente a respirare morte e malattia e sofferenza ogni giorno? Sapete come si sopporta l’impotenza di fronte all ineluttabilità, alla povertà, al disagio,alla solitudine? E sapete come ci si sente davanti al cinismo che giorno dopo giorno dobbiamo costruire dentro di noi per non soccombere?
Sapete come ci si sente a lavorare con ostacoli continui burocratici, con tagli perpetui e ineluttabili, con carenza di personale, con malumori, con il fiato sul collo di chi ha paura di perdere un parente e diventa irrazionale perché è così, è umano, ma anche di chi vede il guadagno di parenti vecchi e lontani che forse possono ancora fruttare qualcosa, perché l’umanità è varia? Sapete come ci si sente di fronte a governanti che decidono con la scure o con la strategia politica del momento, tanto loro, perdonate il qualunquismo che non sarà mai abbastanza vero, se si ammalano vanno a farsi ricoverare dar mejo e ner mejo..??”Lo so, sono problemi nostri. Abbiamo scelto noi un lavoro così e i problemi rimangono fuori. E così devono rimanere fuori le nostre vite, i figli, che ci siano o no, malati o sani, i compagni o le compagne che ci siano o meno, che rimangano, che vadano, che a volte non ti alzeresti dal letto e invece, quel giorno, ti aspetta il signore anziano che ti racconta di come è morta sua figlia pochi giorni prima. Quest’umanità che ti risucchia ogni giorno, senza anestetico. Ma non è per gli sbagli che non riesco a difendere la categoria. È per la pletora di medici arroganti, “saponi” (come dico io che poi significherebbe presuntuosi), pieni di se, avidi nel portafoglio e nell’animo, scansafatiche, meschini. A un medico non si perdona . Ed è giusto. È giusto non perdonarglielo. Ma poi, riallacciandomi a quello scambio di lettere con Gramellini che gira su FB, esiste un esercito di medici silenziosi che merita che io giustifichi questa categoria. Medici di tutti i tipi, razze, nazionalità, che davvero vorrebbero solo fare il Medico con la M maiuscola. Non parlo di me. Cioè, anche di me. Perché io sono timida. E la timidezza a volte mi fa sembrare seria o arrogante.
Ma è solo timidezza. Poi certo sono anche stanca a volte, e sbaglio, molto, e sono labronica talvolta nel senso di “fumina” e cinica e si, anche stronza ok; ma, anche se poco,con un basso grado, senza modestia, mi sento anche io parte di quell’esercito. E voglio poterlo difendere. A dispetto dei medici incompetenti e arroganti. Sono molto più nemici di noi quei medici che dei pazienti. Vi assicuro.

4 pensieri su “L’esercito silenzioso

  1. Non so davvero cosa rispondere. Forse perché il 98% delle domande che hai fatto va a pennello con tante altre categorie statali (forze dell’ordine, insegnanti, etc.) se non addirittura per tantissime altre categorie che non hanno a che fare col posto fisso. Forse è umano “fare di tutta l’erba un fascio”, oggi più che mai, dove l’opinione pubblica inizia a gettare Caterpillar di m…a negli spazi a loro disposizione (internet, quotidiani on line, Facebook, etc.). Io ad esempio faccio di tutta l’erba un fascio una categoria di persone che non sto a menzionare; l’altro ieri è uscita una notizia che ha gettato discredito proprio su questa categoria. Cos’è successo? Che ho rafforzato ancora di più questa convinzione. Ovvio, le belle notizie non fanno notizia e questo meccanismo non farà altro che peggiorare le cose. Parlo dei medici: ultimamente quanti parti drammatici sono saliti alla ribalta della cronaca? Ma non fa notizia quanti parti od operazioni chirurgiche vanno a buon fine. Idem per tutte le altre categorie: fa notizia un uomo pestato dalle forze dell’ordine o una maestra che picchia dei bambini, ma non fa notizia dei sacrifici che fa un militare (quando un militare salva una vita e via dicendo) o le angherie a cui è costretto dalla scala gerarchica o ancora delle orde di anarchici ragazzini (supportati da ancor più anarchici genitori) che devono fronteggiare oggi le maestre? Di questo non si parla mai perché le buone notizie non fanno notizia. Anche se non ho mai studiato latino ci starebbe bene un “Sic et simpliciter”.
    Buon weekend.

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    1. Grazie per la bellissima è verissima risposta!!! Mi fa piacere che mi leggi e leggere i tuoi commenti. Buona domenica a te. Io, per l’appunto, la passo in ospedale (al lavoro, puntualizzo perché sono abituata a mia mamma che mi dice “che ti è successo????”).

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  2. Grazie a te, mi fa piacere che apprezzi i miei commenti. Anche se non sto a lavoro, la domenica generalmente la passo al (secondo) lavoro. Non è come il primo, anzi, lo reputo più interessante e meno stressante del primo (sebbene molto meno remunerativo); ma ad ogni modo non è come passeggiare in giro considerato che sto davanti ad un pc. Buon lavoro anche a te!

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  3. Ti capisco e ti sono vicina. In tutti gli ambiti ci sono professionisti che stonano ma non bisogna mai dimenticare che le difficoltà per un medico sono tutte quelle che hai fatto bene a scrivere. Non tutti possono fare il medico infatti. Io per prima aldilà degli studi (che non so se sarei stata capace di affrontare) non potrei farcela per carattere. Non riuscirei ad essere cinica per andare avanti, non riuscirei a lavorare in funzione dei soldi (finirei subito sotto un ponte) e non avrei la pazienza, la diplomazia necessaria e tornerei a casa distrutta e appesantita dai problemi altrui. Non è solo una professione bensì una missione. Fai bene a difendervi e a divulgare le vostre difficoltà.

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