E’ arrivata la mia bici! Sono molto fiera. Anzi direi proud.
A parte il fatto che domani me la rubano. Quasi quasi se incontro un ladro gliela regalo subito io, tanto per non subire il dispiacere, l’umiliazione, tutti quei sentimenti strani di quando si subisce un torto. Come disse Orlando quando si rimase chiusi fuori a Stoccolma e non riuscivamo a trovare un fabbro “ma non si può telefonare a dei ladri?”. Ridemmo a lungo all’idea di cercare la parola Ladri sull’elenco telefonico. Non lo facemmo solo perché non sapevamo come si dice ladri in svedese. Provai Lakrits e mi rispose una liquirizia. Salata.
Ora, l’incipit ironico del post mi fa pensare a una conversazione che ho avuto oggi pomeriggio con un’amica (che non è su fb e quindi posso dire tutto ciò che voglio). Sosteneva che il mio modo di essere ironica a volte è provocatorio. Cioè intento a sedurre. Senza rendermene conto, intendeva lei. Una forma di “agito” insomma, per parlare in termini psicoanalitici. Così abbiamo parlato di come si è e di come ci si percepisce. E’ strano come ci si veda cosi diversi da dentro a volte, rispetto a fuori. Come se una parte di noi viaggiasse su un binario tutto suo per poi ritrovarsi improvvisamente in stazioni non programmate.
Io sono una che scherza. (Ripensandoci ho già anche scritto un post analogo in passato, con intenti diversi ovviamente). Io darei non so cosa per una battuta geniale. Quando mi escono delle battute con la B maiuscola sono entusiasta più che quando riesco a mettere un catetere venoso centrale tunnellizzato. Riesco persino a provare invidia per battute bellissime dette da altri. Ricordo perfettamente tutte le mie battute più belle. Ricordo quei momenti come si ricordano attimi di intenso romanticismo. A volte penso persino che potrei fare la comica, con un buon supporto che mi aiuta a scrivere i testi potrei davvero farlo. Mi inalbero se vedo comici che non fanno ridere alla TV. Cioè per me scherzare è una cosa seria!
Io non provoco quando scherzo. Scherzo. E’ il mio modo di comunicare. E’ più forte di me. Ho sacrificato amicizie (conoscenze diciamo) per il gusto di una battuta. E, poi certo, se voglio sedurre pure uso l’ironia. E reciprocamente l’ironia mi seduce.
Insomma siamo come siamo. E se, l’idea che abbiamo di noi stessi e la percezione che diamo è distante, pace!
Io mi vedo come una persona, anzi come un medico (che è l’80% di come mi vedo) sensibile, cinica, ironica, contorta, debole, che volerebbe via se un macigno dentro non mi tenesse giù. Forse da fuori sembro un menestrello “provocatorio” che viaggia su una bicicletta bizzarra (ancora per poco), sicuramente non sembro un medico, casomai una “signora o signorina”(che è l’80% di come mi vedono).
Due entità quasi separate insomma.
Quello che è certo è che continuerò a fare battute idiote finche morte non ci separi.
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